Il segno cinese

Il segno cinese

L’arte calligrafica (il segno cinese) si fonda sullo studio rigoroso dei modi di combinare i tratti (segni) che compongono gli ideogrammi con il problema della composizione entro uno spazio quadrato ove i tratti sono organizzati nel centro.  Questi tratti intrattengono dei rapporti d’opposizione o di correlazione che suscitano un gioco complesso di vuoto e di pieno, di fermo o movimento, di rottura e di equilibrio. S’ispirano più volentieri all’idea  della necessità vitale che non a quella della combinazione astratta, ottenendo una costruzione  rigorosa.. La coesione del lavoro e l’inchiostro che modula le tonalità del pennello strutturano in un modo organico lo spazio. Un esempio lo possiamo dare con la riproduzione riportata:.

 

 

il segno cinese propone una leggibilità condizionata da millenni di esperienze nell’elaborazione di un pensiero visuale. Se dovessimo andare a capire l’origine si potrebbe evincere che il carattere cinese parte da un pittogramma che all’inizio è un segno rappresentativo in senso immaginario delle cose, oggetti, azioni, figure, verbi, condizioni, e si determina rispetto a ciò che vuole rappresentare. Il segno si evolve e nel tempo si semplifica graficamente anche ruotando e passando da una postura di profilo ad una frontale. Diventato radicale, il segno, oltre ad avere un suo proprio significato, può essere utilizzato posizionato di lato o sotto ad altri radicali assumendo in modo sintagmatico con significato diverso ma logicamente collegato. Il calligramma è intermedio tra il disegno e la scrittura, è un disegno interiore ove si manifesta la particolare caratteristica della scrittura che trasposta nel disegno e nella pittura, è mezzo e componente della figurazione artistica Quindi il disegno è più disciplinato e controllato similmente ad un fendente di Samurai.

Facendo un richiamo alla linguistica di Saussure possiamo parlare di similarità con il sintagma ove non si distinguono le parti e il valore del gruppo è  legato all’ordine di successione dei suoi elementi. L’ordine delle parole é un’entità astratta ma è non meno vero che deve la sua esistenza alle sub-unità. Anche in altri termini linguistici come nell’analogia possiamo trovare una tangenza con la formazione dei segni secondo Saussure.[1]

La lingua degli ideogrammi non è essa stessa la cosa che dice, è un segno che non ingoia e non assorbe la cosa reale per trasporla in un concetto. E’ un segno che vorrebbe evocare la cosa reale attraverso l’eccitazione che il segno dà. L’immaginazione attraverso conoscenza e emozione è la lingua delle cose reali che mette in contatto l’io e il mondo.                                                Paolo Ambrosio

 

[1] Ferdinand de Saussure, Cours de linguistique générale, Payot, Paris, 1976, pg.177-180