VISITA DI ARTISSIMA

VISITA DI ARTISSIMA    2/11/2018

Investiti quotidianamente da un flusso di parole e di circostanze è sempre più importante poter capire.

È curioso osservare il comportamento del pubblico in una esposizione d’arte per cercare di capirne i meccanismi del piacere emozionale.

Guardare e andare a vedere è il primo approccio che può essere di varie ragioni attraverso la ricerca di qualcosa di non ben determinato, per soddisfare il proprio interesse e dare il via all’immaginazione che cerca di dispiegarsi ma che spesso è costretta con i messaggi celati, sottointesi, in uno spazio recondito.

Con l’aiuto del tempo la fase del guardare  può stimolare l’analisi dell’osservatore che spesso è primariamente attratto da qualcosa di scritto; il titolo e la descrizione hanno la stessa funzione degli hastag o della parola chiave in uso in internet. Bisognerebbe ottimizzare il soggetto che si guarda con i motori di ricerca dell’uomo aumentando l’interesse per avere il massimo di attenzione nei criteri di scelta.

Dov’è e qual è la cosa che attrae l’interesse dell’osservatore?.

La chiamata in azione sta nel nostro claustro. Nella psiche l’Io si mette in azione sia con l’ambiente esterno sia con il proprio inconscio e permette all’osservatore di adattarsi alla realtà nel migliore modo possibile valutando le percezioni, gli aspetti, gli spazi temporali e interpretando i fatti in senso critico.

Gli studiosi ci dicono che in ogni popolo o civiltà sono innate certe strutture di pensiero che ne determinano la logica.

Attraverso la logica ci si chiede perché l’immagine è eloquente. Perché è una figurazione culturale che può sedurre al servizio dell’illusione che domina il quotidiano. Al riguardo ci aiutano l’immaginazione e le emozioni attraverso la musica che entra nella fortezza del piacere dell’osservatore.

Il teatro delle emozioni con i propri dispositivi di attenzione e memoria ha proprietà cognitive e generative. La mente spesso non incontra subito le esperienze del passato ma è sedotta da ciò che non conosce, da una musica che affiora dai liquidi disordinati dei sensi.

Internet ha reinventato il modo di guardare con pesanti implicazioni nella capacità dell’uomo di recepire il valore dell’opera sotto osservazione. Il comunicare si trasforma perché la terra dell’inconscio é sempre più appesantita dalla moderna condizione fast.

Il dialogo tra pubblico e oggetto è diverso perché il nuovo narrativo ricco di differente identità rende più difficile la comprensione. Si viene a creare una disputa ove il tempo verbale del nuovo presente interagisce con quello del passato cambiando la rilevanza socio culturale.

L’apparenza dell’oggi può trovare compimento nell’enigmaticità di tutto ciò che si subisce nel quotidiano sempre più aggressivamente veloce, attraverso una maggiore plasticità della memoria passata.

Questa premessa per considerare non l’aria frizzante (Bonacossa) ma solo movimentata dai visitatori di Artissima dal 22 al 4 novembre a Torino.

L’intento della Fiera era la ricerca di nuovi talenti e di accelerare il versante sperimentale nel dare spazio alle gallerie che saranno importanti domani.

Nelle variegate sezioni ci troviamo di fronte ad una massa di novità che spesso hanno caratteristiche di artigianato perché non hanno superato le analisi complete per giungere ad una ricerca compiuta e ad elevare la dignità dell’oggetto. Non è sufficiente fare una mimesi dell’oggetto ma è necessario rendere evidente attraverso il significante, la sua anima.

La sezione disegni è interessante perché ripete il concetto che la linea era l’elemento primo nei tempi antichi ed è caratteristico in ogni condizione artistica per arrivare ai tentativi di Kandinski e Klee di elaborare una grammatica visiva. Dopo le carezze che ci hanno danno i disegni di Leonardo, di Matisse, Bacon, Klimt, Picasso è difficile vedere qualcosa  di assimilabile.

La denominazione fieristica, luogo di scoperta, é influenzato da molti tentativi legati al mondo esterno, alle simbol

ogie della natura, alle sperimentazioni senza identità, narrazioni quotidiane o storiche senza che vi sia nell’investigazione qualche progetto compiuto e convincente come dovrebbe essere un risultato con significante.

È difficile pensare ad una nuova schedatura o ordinamento dei linguaggi dell’arte nei vari paesi attraverso l’esposizione che abbiamo visitato. Certamente le opere storiche esposte sono state trainanti insieme alla alta poesia di Carol Rama come Sanguineti ha certificato. Nelle opere d’arte la poesia è importante ma non è sufficiente se non vi sono le idealità, le suggestioni e ispirazioni insite nella capacità analitica e logica.

Ambrosio Paolo