L’Io dell’Immagine

RACCONTI D’ESTATE        (3)

da “L’Io dell’Immagine” Ambrosio Paolo

editore Albatros Il Filo S.r.L. Roma 2019  ISBN 978-88-567-9768-8

 

In me, attraverso l’esperienza dell’incanto compositivo  la pulsione del tempo, si amalgama nell’istante. Ambrosio Paolo, me fecit, 1987-0496, Un lembo d’aria, cm.50×60

 

Nella sua storia, l’umanità non è mai stata sottoposta come oggi a un continuo afflusso d’immagini che sconvolge per l’abbondanza, onnipresenza e imposizione, saturando il guardare a detrimento del vedere, fino all’indifferenza

Il trionfo del visibile porta l’uomo, -il cui cervello, che è un’organo di emulazione, viene bombardato dall’informazione– ad un’attitudine onnivora che produce facilmente una perdita del’equilibrio tra percepire e agire, spingendolo ad essere soltanto uno spettatore e non attore. Ciò che appare necessario oggi per migliorare la maturità estetica non è dunque un’estetizzazione ma una morale dello sguardo. Nell’oceano di proposte in cui l’uomo si trova immerso, l’uomo cerca il piacere e in un istante d’amore il cuore gli balza in petto alla ricerca della bellezza o della bruttezza nell’abisso del tempo che evolve inesorabilmente. Guardare le immagini non è farsi ammagliare dalla cosa più seducente, non è cadere nel godimento, ma abbandonarsi al piacere dell’occhio, al cuore che palpita, fino a udire la musica che riesce a penetrare nella fortezza del piacere. È come assistere alla nascita del giorno, nella potenza della natura, in Hoggar: Il sole nascente colpisce la roccia ancora nella penombra e le dona la vita.

In its history, humanity has never been subjected as today to a continuous influx of images that upsets the abundance, omnipresence and imposition, saturating looking to the detriment of seeing, to the point of indifference

The triumph of the visible leads man, – whose brain, which is an organ of emulation, is bombarded with information – to an omnivorous attitude that easily produces a loss of the balance between perceiving and acting, pushing him to be only a spectator and not an actor. What appears necessary today to improve aesthetic maturity is therefore not an aestheticization but a moral of the gaze. In the ocean of proposals in which man finds himself immersed, man seeks pleasure and in an instant of love his heart leaps into his chest in search of beauty or ugliness in the abyss of time that evolves inexorably. Looking at the images is not being enthralled by the most seductive thing, it is not falling into enjoyment, but abandoning oneself to the pleasure of the eye, to the heart that beats, until hearing the music that manages to penetrate the fortress of pleasure. It is like witnessing the birth of day, in the power of nature, in Hoggar: The rising sun hits the rock still in the twilight and gives it life.

I.:La creazione di noi immagini, dal nulla fino alla pienezza, è un lungo corpo a corpo tra i nostri attributi d’immagine e l’autore che, attraverso la consapevolezza, trova alla fine la soluzione espressiva. L’artista, nel processo di verifica concettuale degli automatismi acquisiti di lontana origine ancestrale, entra nella materia, elabora l’enigma del silenzio e fa della pittura una investigazione della cosa mentale per scoprire il bello mentre nasce. Nel momento in cui i caratteri cominciano a formarsi nei processi cognitivi dell’autore noi ci troviamo ancora al buio, e questa ricerca spesso non è frutto di calcolo razionale ma dell’impulso emotivo del momento. Con la mia nascita come immagine metto in gioco i fattori espressivi che mi danno vita con una prima incombenza, che si materializza nel rapporto con il mondo degli oggetti della società di massa. I segni che mi compongono sono lettere di un alfabeto senza grammatica che non trovano giustificazione nel valore del singolo ma in quanto parte di un insieme ed esistono per comunicare. Il segno è memoria del gesto e, nel suo compiersi, sale per lenta capillarità dal profondo dell’esperienza. Noi immagini, mediante la mano dell’artista, accordiamo il nostro spazio vuoto ai segni, alle forme, che se lo disputano confrontandosi con le angosce e paure dell’artista nella mediata ricerca di soluzione delle tensioni. Siamo portatrici di gioia, collera, angoscia, disgusto, tristezza; comunichiamo tra noi, senza che gli umani odano, con energia indomabile, nell’attesa della nostra nascita..

I.: The creation of us images, from nothing to fullness, is a long hand to hand between our image attributes and the author who, through awareness, finally finds the expressive solution. The artist, in the process of conceptual verification of the acquired automatisms of distant ancestral origin, enters the matter, elaborates the enigma of silence and makes painting an investigation of the mental thing to discover beauty as it is born. When the characters begin to form in the author’s cognitive processes we are still in the dark, and this research is often not the result of rational calculation but of the emotional impulse of the moment. With my birth as an image I bring into play the expressive factors that give me life with a first task, which materializes in the relationship with the world of objects of mass society. The signs that compose me are letters of an alphabet without grammar that are not justified in the value of the individual but as part of a whole and exist to communicate. The sign is the memory of the gesture and, in its completion, it rises by slow capillarity from the depths of the experience. We images, through the hand of the artist, grant our empty space to the signs, to the forms, which dispute it by confronting the artist’s anxieties and fears in the mediated search for a solution to tensions. We are carriers of joy, anger, anguish, disgust, sadness; we communicate with each other, without humans hearing, with indomitable energy, waiting for our birth .

I.:Nella tela che impone la sua forza spaziale troviamo le forze e i flussi che danno equilibrio agli avvenimenti compositivi statico-dinamici. Diventare immagine è evento della coscienza, che nella sua atmosfera, trova gli elementi in via di formazione in attesa di emergere. Noi immagini siamo i miti di oggi, parte della società, dove la creatività s’impone come competenza ancora poco in concorrenza con l’automazione. Siamo uno choc, un montaggio dialettico nel conflitto tra poesia, terrore, libertà, carcere. Un insieme cresciuto da pulsioni continue e trasformazioni singolari in perenne sperimentazione, senza identità, né soggetto, né garanzia, in cui tutte le cose possono accadere.

I.:In the canvas that imposes its spatial force we find the forces and flows that give balance to the static-dynamic compositional events. Becoming an image is an event of consciousness, which in its atmosphere finds the elements in the process of formation waiting to emerge. We imagine we are the myths of today, part of society, where creativity imposes itself as a skill that is still little in competition with automation. We are a shock, a dialectical montage in the conflict between poetry, terror, freedom, prison. A whole grown by continuous impulses and singular transformations in perennial experimentation, without identity, nor subject, nor guarantee, in which all things can happen.

I.: Non ci si rende conto facilmente, se non accade sotto gli occhi, di come è misteriosa la manipolazione della pittura. Tramite l’eccitazione emotiva e il senso delle possibilità si può riuscire a trovare la semplicità, intenzioni e risultato che finalmente emergono. Il soggetto, la struttura che lo nasconde, nello sviluppo, lasciano un residuo di significante evidenziando il significato che è qualcosa da cogliere e riconoscere al momento. Noi immagini siamo soggetti che in virtù della loro permeabilità mettono in relazione passato e presente, e siamo anche documenti storici, utili di volta in volta per capire la sensibilità, i gusti, la visione del mondo. Il pubblico quando parla di etica dell’immagine non deve semplicemente chiedersi che cosa noi rappresentiamo ma innanzitutto con quali immagini desidera vivere, poiché abbiamo il potere di condurre verso il bello o verso il brutto. A differenza della parola siamo immediatamente percepibili, con grande vantaggio per la comunicazione che oggi richiede sempre migliori prestazioni. L’immagine ha molteplici interpretazioni con necessità di un uditore di cultura per recepire la concatenazione di intenti di un rapporto sintagmatico.

I .: It is not easy to realize, if it does not happen under the eyes, how mysterious the manipulation of painting is. Through emotional excitement and a sense of possibility, it is possible to find the simplicity, intentions and results that finally emerge. The subject, the structure that hides it, in the development, leave a residue of signifier highlighting the meaning that is something to be grasped and recognized at the moment. We images are subjects who, by virtue of their permeability, relate past and present, and we are also historical documents, useful from time to time to understand sensitivity, tastes, worldview. When the public talks about image ethics, it must not simply ask itself what we represent but first of all what images it wants to live with, since we have the power to lead towards beauty or ugliness. Unlike the word, we are immediately perceptible, with great advantage for communication that today always requires better performance. The image has multiple interpretations with the need for an auditor of culture to understand the concatenation of aims of a syntagmatic relationship.